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Lo sapevi che Giangiacomo Feltrinelli ebbe i primi grandi successi come editore fondatore dell’omonima casa editrice pubblicando, alla fine degli anni Cinquanta, due capolavori che oggi sono considerati dei classici intramontabili? Uno è Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa (scartato da tutti gli altri editori!), l’altro Il dottor Živago di Boris Pasternak, tradotto dal mirabile Pietro Zveteremich e pubblicato in Italia prima ancora che in Russia.
Ma cosa succederebbe se la fantasia di un autore ferrato in faccende di Storia partorisse una vicenda “alternativa” in cui il traduttore (personaggio inventato, of course) venisse trovato morto in casa sua?

Il traduttore di Biagio Goldstein Bolocan (Feltrinelli, collana I Narratori, 252 pagine) è un romanzo che ti può piacere se sei fatto così:

Genere: maschio o femmina

Età: dai 18 anni in su

Carattere e stato d’animo: sei un tipo informato, sempre sul pezzo. Ami la Storia con la S maiuscola, ma anche le storie, quelle delle persone. Meglio se d’amore e/o di mistero

Libri piaciuti: A che punto è la notte di Fruttero&Lucentini, Il confine di Giulia di Giuliano Gallini, Il rumore del tempo di Julian Barnes.

Come nasce l’idea?

Da una suggestione: qualche anno fa ho letto Senior Service, il libro che Carlo Feltrinelli ha dedicato alla figura di suo padre e mi sono imbattuto nella storia gialla quale è la pubblicazione de Il dottor Živago, già di per sé una vicenda avvolta nel mistero

Per lavoro sono obbligato a confrontarmi con la storia “vera” così nell’attività narrativa mi sono presa la libertà di mescolarla con la storia “fantastica”. […]

Ascolta la prima parte dell’intervista (o scaricala qui):

Bisogna imparare a distrarsi nei momenti in cui tutto il mondo ti consiglierebbe di concentrarti. […] Bisogna imparare a distrarsi, come forma assoluta di libertà e di autodeterminazione, come manifestazione insindacabile di sovranità sulla propria esistenza” si legge ad un certo punto del romanzo, consiglio che in questi tempi  in cui siamo tutti sotto stress sembra veramente azzeccato! Bolocan commenta così:

Chi mi conosce direbbe che c’è un fondamento autobiografico e forse è vero perché sono un campione della distrazione! In realtà il “mio” commissario [ndr. Ofelio Guerini, che nel romanzo indaga sulla morte del traduttore] è un uomo sicuramente dotato di perspicacia ma non è un genio alla Sherlock Holmes e, per districarsi nel labirinto delle indagini che affronta, accetta di confrontarsi col caos, le pause, le distrazioni, in sostanza… la vita.

Ascolta la seconda parte dell’intervista (o scaricala qui) in cui l’autore ci racconta, tra il resto, cos’ha in mente per il prossimo romanzo:





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